sabato 25 agosto 2012

PERCHE' QUEST' ISOLA?

Abbiamo scelto L'isola di Marettimo perchè è un luogo semplice, accogliente ricco di natura, silenzio e con una antica storia.
Passeggiare nell'isola consente di entrare in contatto con noi stessi e sentire il collegamento intimo con la natura.




Natura
La Natura incontaminata di Marettimo permette la conservazioni di vegetali e animali ormai scomparsi in altre parti della Sicilia
L'isolamento della flora e della fauna, risalente a 600 milioni di anni fa, ha permesso infatti la conservazione di esemplari vegetali ormai scomparsi dalla Sicilia e dalle altre isole dell'arcipelago delle Egadi. La storia naturale di Marettimo inizia circa 50 milioni di anni fa, nell'Era Terziaria, caratterizzata dal corrugamento orogenetico alpino, quell'insieme di fenomeni che determinarono il sollevamento delle catene montuose.
La deriva dei continenti spinse quello africano contro quello europeo e determinò, secondo gli studiosi, un continente che dalla Sicilia si estendeva fino all'Asia Minore, di cui Marettimo faceva parte: la conferma di tale ipotesi è data dalla presenza della pianta endemica Scabiosa Limonifolia, proveniente da quelle terre.
Altre varietà di piante presenti a Marettimo e non in Sicilia, come la Daphne Oleifolia e l'Erodium Maritimum, testimoniano altre trasformazioni geologiche avvenute circa 20 milioni di anni fa. Rimanendo isolata dall'inizio dell'Era Quaternaria, Marettimo divenne custode di una vegetazione che dall'esterno non avrebbe più ricevuto alcuna spinta evolutiva, e che si è perciò conservata inalterata per decine di milioni di anni, fino ad oggi. 

Flora
Anche per il suo straordinario ambiente vegetale Marettimo è un isola quasi unica. L'importanza botanica di Marettimo si basa su due peculiarità fondamentali: la prima è quella di essere stata isolata dalla Sicilia in tempo assai remoto (600.000 anni), essa è divenuta rifugio di specie vegetali succesivamente scomparse nell'Isola madre che qui invece si conservate adeguandosi; la seconda peculiarita che a base della sua conservazione abbastanza buona è dovuta alla sua impervia costituzione montagnosa che riduce al minimo il fenomeno di antropizzazione. La parte settentrionale della costa Ovest è ricca di Leccio, Lentisco, Erica multiflora e Dafne oleifoglia. Nella parte più alta della montagna dove il terreno è più secco e pietroso predominano il Rosmarino, l'Euphorbia e la Satureia. Lungo la sorgiva della fonte di Pegna si trova una piccola colonia di Pini d'Aleppo. Il vero tesoro botanico di Marettimo è comunque costituito dalle specie rupestri. Salendo sulle pareti rocciesi e nelle posizioni più impervie è possibile ammirare le rarità più eccezionali della vegetazione isolana come ad esempio la Dianthus Rupicola con i suoi splendidi fiori rosa. 

Fauna
L'isola è luogo di passo di qualsiasi sorta di uccelli ed è stata meta da sempre di numerosi cacciatori, anche se negli ultimi tempi la loro presenza è diminuita. Dal punto di vista faunistico l’isola riveste particolare importanza per l’avifauna trovandosi sulle rotte migratorie per cui è possibile osservare moltissimi uccelli di passo. Tra le specie nidificanti vanno menzionati: l’Uccello delle Tempeste (Hydrobates pelagicus) e la Magnanina (Sylvia undata). Sono inoltre presenti sull’isola il Falco pellegrino (Falco peregrinus), la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco tinnunculus), il Barbagianni (Tyto alba), il Rondone maggiore (Apus apus) il Corvo imperiale (Corvus corax), il Verzellino (Serinus serinus), il Verdone (Carduelis chloris), il Fanello (Carduelis cannabina) e il Gabbiano reale mediterraneo (Larus cachinnans). Tra i rettili ricordiamo il Biacco (Coluber viridiflavus carbonarius), il Gongilo (Chalcides ocellatus), e una lucertola endemica dell’isola, la Podarcis wagleriana marettimensis. La spiaggia invece annida i bianchissimi gabbiani; il ghiottissimo Martin Pescatore, il Marangone. Ogni anno, ormai dal 2000, vengono istituiti campi d'osservazione orga

Secondo faro più grande d'Italia dopo quello di Genova, questo faro attualmente è alimentato con pannelli solari, costruito nel 1834. Oggi non abitato e gestito in modo automatico.

La leggenda del Castello di Punta Troia 




Il Castello di Punta Troia
E' uno dei monumenti più antichi di Marettimo. Originariamente era una torre saracena. Attorno al 1140 Ruggero II, re di Sicilia, trasformò la torre in un vero castello. Il sito nel tempo è stato anche un rifugio di pirati e corsari. Con la Rivoluzione francese il "Real Castello del Maretimo" divenne un terribile prigione, soprattutto per prigionieri politici: nel 1793, il Castello contava ben 52 prigionieri politici, ammassati in una prigione ricavata in una vecchia cisterna detta "la Fossa". Le condizioni della prigione vennero descritte nelle sue Memorie da Guglielmo Pepe, che vi fu rinchiuso dal 1802 al 1803. Nel 1844 il re Ferdinando II, dopo averlo ispezionato, decise di chiudere la prigione. Durante le “grandi” guerre venne adibito a punto di avvistamento militare e, per un breve periodo, ha ospitato anche una stazione telegrafica. Per quasi un secolo è poi rimasto abbandonato al suo destino, minacciando di crollare da un momento all'altro. Ma l'intervento dei mesi scorsi, predisposto dal Comune di Favignana grazie ad un finanziamento dell'Unione Europea, ha permesso di salvare l'antica fortezza. Facendola finalmente rinascere.
Dopo anni di degrado ed abbandono il Castello di Punta Troia è stato finalmente restaurato e verrà inaugurato il prossimo 7 e 8 maggio. Il Castello ospiterà un MUSEO DELLE CARCERI e un OSSERVATORIO della FOCA MONACA dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi. La struttura è stato inoltre dotata di spazi (interni ed esterni) da destinare ad attività congressuali ed eventi, attrezzati con supporti tecnologici audio-visivi. L’obiettivo è quello di trasformare l’antica fortezza in un centro culturale nel cuore del Mediterraneo, in grado di ospitare eventi e manifestazione di livello nazionale ed internazionale.

Case Romane e Chiesa Bizantina
Attorno al I secolo d.C. le piccole comunità delle Egadi godettero di una relativa tranquillità. Mentre la Sicilia si romanizzava, quel poco risalente a quell'epoca che si è rinvenuto nelle isole Egadi fa supporre che ci fossero solo piccoli stanziamenti di presidio.
Marettimo in particolare fu sicuramente presidio di Roma. Ancora oggi il pianoro sovrastante il paese si chiama "Case Romane" e conserva i resti di un vasto edificio ad opus reticulatum, dal quale si domina tutto il mare a levante dell'isola fino alla costa trapanese; ancora non se ne conoscono l'uso, probabilmente difensivo, né l'epoca esatta, ipotizzata fra il I secolo a.C. e il II d.C. Le case romane risalgono all’età tardo repubblicana o comunque romana, avevano  un complesso sistema di strutture utili a convogliare la raccolta dell’acqua. Si ipotizza anche che l’edificio sia stato convertito in un convento dal IV d.C. da alcuni monaci africani qui rifugiati durante le persecuzioni vandale dalla presenza di ampie arcate interne di sostegno.
 La chiesetta bizantina risale ai primi secoli del cristianesimo. Quasi adiacente all’edificio romano, è di forma rettangolare lunga circa 10 metri, ad uso religioso, con un ingresso principale ed uno laterale, con volte a botte e quattro pilastri centrali. La chiesetta ha un’unica navata divisa in tre campate di cui quella centrale è la più alta e termina con una volta emisferica. Lo stile richiama molto quello orientale, ciò porta ad ipotizzare che la chiesetta sia stata eretta intorno all’ XI secolo da monaci di rito bizantino, su di una precedente base di culto cristiano. Nel corso degli ultimi anni l'area attorno alla Chiesa Bizantina è stata oggetto di numerosi studi e scavi archeologici, che hanno arricchito la conoscenza sulla storia di Marettimo, soprattutto dopo la scoperta di un altro edificio dedicato al culto cristiano, dotato di un battistero, dove i battezzandi venivano immersi in una fonte.
Questo edificio scoperto vicino la Chiesa Bizantina, databile tra il VI e il VII secolo d.C. , faceva parte di un santuario proto bizantino, meta di pellegrinaggi. La scoperta di questo battistero è molto importante perché si aggiunge ad un altro che è stato trovato a Selinunte.La Chiesa bizantina è stata restituita al culto dei fedeli, dopo alcuni lavori di restauro, il 25 aprile del 2010 dopo una solenne cerimonia religiosa, alla quale hanno preso parte le massime autorità civili e militari. L'evento celebrato presso la Chiesa Bizantina è stato anche l'occasione per lanciare un messaggio di pace dal centro del Mediterraneo ed è stato organizzato con la collaborazione degli abitanti di Marettimo e di alcune associazioni, che intendono rilanciare tra i propri scopi il messaggio culturale, che quest'isola porta con sé.







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