Abbiamo scelto L'isola di Marettimo perchè è un luogo semplice, accogliente ricco di natura, silenzio e con una antica storia.
Passeggiare nell'isola consente di entrare in contatto con noi stessi e sentire il collegamento intimo con la natura.
Natura
La Natura incontaminata di Marettimo permette la conservazioni di vegetali e
animali ormai scomparsi in altre parti della Sicilia
L'isolamento della flora e della fauna, risalente a 600 milioni di anni fa, ha
permesso infatti la conservazione di esemplari vegetali ormai scomparsi dalla
Sicilia e dalle altre isole dell'arcipelago delle Egadi. La storia naturale di
Marettimo inizia circa 50 milioni di anni fa, nell'Era Terziaria,
caratterizzata dal corrugamento orogenetico alpino, quell'insieme di fenomeni
che determinarono il sollevamento delle catene montuose.
La deriva dei continenti spinse quello africano contro quello europeo e
determinò, secondo gli studiosi, un continente che dalla Sicilia si estendeva
fino all'Asia Minore, di cui Marettimo faceva parte: la conferma di tale
ipotesi è data dalla presenza della pianta endemica Scabiosa Limonifolia,
proveniente da quelle terre.
Altre varietà di piante presenti a Marettimo e non in Sicilia, come la Daphne
Oleifolia e l'Erodium Maritimum, testimoniano altre trasformazioni geologiche
avvenute circa 20 milioni di anni fa. Rimanendo isolata dall'inizio dell'Era
Quaternaria, Marettimo divenne custode di una vegetazione che dall'esterno non
avrebbe più ricevuto alcuna spinta evolutiva, e che si è perciò conservata
inalterata per decine di milioni di anni, fino ad oggi.
Flora
Anche per il suo straordinario ambiente
vegetale Marettimo è un isola quasi unica. L'importanza botanica di Marettimo
si basa su due peculiarità fondamentali: la prima è quella di essere stata
isolata dalla Sicilia in tempo assai remoto (600.000 anni), essa è divenuta
rifugio di specie vegetali succesivamente scomparse nell'Isola madre che qui
invece si conservate adeguandosi; la seconda peculiarita che a base della sua
conservazione abbastanza buona è dovuta alla sua impervia costituzione
montagnosa che riduce al minimo il fenomeno di antropizzazione. La parte
settentrionale della costa Ovest è ricca di Leccio, Lentisco, Erica multiflora
e Dafne oleifoglia. Nella parte più alta della montagna dove il terreno è più
secco e pietroso predominano il Rosmarino, l'Euphorbia e la Satureia. Lungo la
sorgiva della fonte di Pegna si trova una piccola colonia di Pini d'Aleppo. Il
vero tesoro botanico di Marettimo è comunque costituito dalle specie rupestri.
Salendo sulle pareti rocciesi e nelle posizioni più impervie è possibile
ammirare le rarità più eccezionali della vegetazione isolana come ad esempio la
Dianthus Rupicola con i suoi splendidi fiori rosa.
Fauna
L'isola è luogo di passo di qualsiasi
sorta di uccelli ed è stata meta da sempre di numerosi cacciatori, anche se
negli ultimi tempi la loro presenza è diminuita. Dal punto di vista faunistico
l’isola riveste particolare importanza per l’avifauna trovandosi sulle rotte
migratorie per cui è possibile osservare moltissimi uccelli di passo. Tra le
specie nidificanti vanno menzionati: l’Uccello delle Tempeste (Hydrobates
pelagicus) e la Magnanina (Sylvia undata). Sono inoltre presenti sull’isola il
Falco pellegrino (Falco peregrinus), la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco
tinnunculus), il Barbagianni (Tyto alba), il Rondone maggiore (Apus apus) il
Corvo imperiale (Corvus corax), il Verzellino (Serinus serinus), il Verdone
(Carduelis chloris), il Fanello (Carduelis cannabina) e il Gabbiano reale
mediterraneo (Larus cachinnans). Tra i rettili ricordiamo il Biacco (Coluber
viridiflavus carbonarius), il Gongilo (Chalcides ocellatus), e una lucertola
endemica dell’isola, la Podarcis wagleriana marettimensis. La spiaggia invece
annida i bianchissimi gabbiani; il ghiottissimo Martin Pescatore, il Marangone.
Ogni anno, ormai dal 2000, vengono istituiti campi d'osservazione orga
Secondo faro più grande d'Italia dopo quello di Genova, questo faro attualmente è alimentato con pannelli solari, costruito nel 1834. Oggi non abitato e gestito in modo automatico.
La leggenda del Castello di Punta Troia
Il Castello di Punta Troia
E' uno dei
monumenti più antichi di Marettimo. Originariamente era una torre saracena. Attorno al 1140 Ruggero II, re di Sicilia, trasformò
la torre in un vero castello.
Il sito nel tempo è stato anche un rifugio di pirati e corsari. Con la
Rivoluzione francese il "Real
Castello del Maretimo" divenne un terribile prigione,
soprattutto per prigionieri politici: nel 1793, il Castello contava ben 52
prigionieri politici, ammassati in una prigione ricavata in una vecchia
cisterna detta "la Fossa".
Le condizioni della prigione vennero descritte nelle sue Memorie da Guglielmo Pepe, che vi fu rinchiuso
dal 1802 al 1803. Nel 1844 il re Ferdinando II, dopo averlo ispezionato, decise
di chiudere la prigione. Durante le “grandi” guerre venne adibito a punto di
avvistamento militare e, per un breve periodo, ha ospitato anche una stazione
telegrafica. Per quasi un secolo è poi rimasto abbandonato al suo destino,
minacciando di crollare da un momento all'altro. Ma l'intervento dei mesi
scorsi, predisposto dal Comune di
Favignana grazie ad un finanziamento dell'Unione Europea, ha
permesso di salvare l'antica fortezza. Facendola finalmente rinascere.
Dopo anni di degrado ed
abbandono il Castello di Punta Troia è stato finalmente restaurato e verrà
inaugurato il prossimo 7 e 8 maggio.
Il Castello ospiterà un MUSEO DELLE
CARCERI e un OSSERVATORIO
della FOCA MONACA dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi.
La struttura è stato inoltre dotata di spazi (interni ed esterni) da destinare
ad attività congressuali ed eventi, attrezzati con supporti tecnologici
audio-visivi. L’obiettivo è quello di trasformare l’antica fortezza in un
centro culturale nel cuore del Mediterraneo, in grado di ospitare eventi e
manifestazione di livello nazionale ed internazionale.
Case Romane e Chiesa Bizantina
Attorno al I secolo d.C. le
piccole comunità delle Egadi godettero di una relativa tranquillità. Mentre la
Sicilia si romanizzava, quel poco risalente a quell'epoca che si è rinvenuto
nelle isole Egadi fa supporre che ci fossero solo piccoli stanziamenti di
presidio.
Marettimo in particolare fu sicuramente presidio di Roma. Ancora oggi il
pianoro sovrastante il paese si chiama "Case Romane" e conserva i
resti di un vasto edificio ad opus reticulatum, dal quale si domina tutto il
mare a levante dell'isola fino alla costa trapanese; ancora non se ne conoscono
l'uso, probabilmente difensivo, né l'epoca esatta,
ipotizzata fra il I secolo a.C. e il II d.C.
Le case romane risalgono all’età tardo repubblicana o comunque romana, avevano un complesso sistema di strutture utili a
convogliare la raccolta dell’acqua. Si ipotizza anche che l’edificio sia stato
convertito in un convento dal IV d.C. da alcuni monaci africani qui rifugiati durante
le persecuzioni vandale dalla presenza di ampie arcate interne di sostegno.
La chiesetta bizantina risale ai primi secoli
del cristianesimo. Quasi adiacente all’edificio romano, è di forma rettangolare
lunga circa 10 metri,
ad uso religioso, con un ingresso principale ed uno laterale, con volte a botte
e quattro pilastri centrali. La chiesetta ha un’unica navata divisa in tre
campate di cui quella centrale è la più alta e termina con una volta
emisferica. Lo stile richiama molto quello orientale, ciò porta ad ipotizzare
che la chiesetta sia stata eretta intorno all’ XI secolo da monaci di rito
bizantino, su di una precedente base di culto cristiano. Nel corso degli ultimi
anni l'area attorno alla Chiesa Bizantina è stata oggetto di numerosi studi e
scavi archeologici, che hanno arricchito la conoscenza sulla storia di
Marettimo, soprattutto dopo la scoperta di un altro edificio dedicato al culto
cristiano, dotato di un battistero, dove i battezzandi venivano immersi in una
fonte.
Questo edificio scoperto vicino la Chiesa Bizantina, databile tra il VI e il
VII secolo d.C. , faceva parte di un santuario proto bizantino, meta di
pellegrinaggi. La scoperta di questo battistero è molto importante perché si
aggiunge ad un altro che è stato trovato a Selinunte.La Chiesa bizantina è
stata restituita al culto dei fedeli, dopo alcuni lavori di restauro, il 25
aprile del 2010 dopo una solenne cerimonia religiosa, alla quale hanno preso
parte le massime autorità civili e militari. L'evento celebrato presso la
Chiesa Bizantina è stato anche l'occasione per lanciare un messaggio di pace
dal centro del Mediterraneo ed è stato organizzato con la collaborazione degli
abitanti di Marettimo e di alcune associazioni, che intendono rilanciare tra i
propri scopi il messaggio culturale, che quest'isola porta con sé.