Il giorno della lezione
aperta è stato molto emozionante e il
clima che si è creato era di profonda concentrazione e
ascolto.
Ogni bambino aveva un ruolo di primo
piano preparato in precedenza: chi era maestro di campana, chi
presentava, e chi leggeva la storia sullo yoga.
Una ragazza esterna ha fatto delle foto
e delle riprese per testimoniare dell'evento, sono intervenuti, oltre
ai genitori, amici e parenti, e i bambini erano presenti, contenti e
a loro agio.
Nonostante la lezione seguisse un
canovaccio, alcune parti erano da improvvisare, come le condivisioni,
la meditazione, e le esperienze sensoriali, ed è stato
sorprendente vedere come la presenza del pubblico non condizionasse
comportamenti e stati d'animo, se non nell'aumento dell'attenzione.
La lezione è iniziata con un
mini ripasso da parte nostra e la preparazione della stanza. Il babbo
della Ginevra aveva portato delle piante molto più belle di
quelle che ci aspettavamo, delle composizioni che erano opere d'arte,
e già con quelle nell'aria c'era una luce più luminosa.
Alle pareti avevamo attaccato i disegni dei bambini, e poi la storia
con le posizioni dello yoga. C'erano solo un po' di emozione, i
genitori, e gli amici che aspettavano fuori...poi l'apertura della
stanza, la gioia e l'inizio.
Noi insegnanti abbiamo fatto una breve
presentazione del lavoro fatto durante l'anno, per inserire e
contestualizzare quello che stavamo offrendo all'interno di un
progetto ampio.
La bambina che presentava, Ginevra è
entrata nei dettagli del lavoro che avremo svolto durante la
giornata, iniziando passo dopo passo, e per primo presentando il
cerchio di condivisione.
Come facevamo di solito prima di ogni
momento di condivisione abbiamo allineato le schiene, portato
l'attenzione al respiro, e ascoltato tre suoni di campana, che la
nostra maestra di campana, Chiara, ci ha fatto ascoltare prima
dell'inizio del nostro spazio di scambio di impressioni della
settimana passata.
Poi ognuno a turno ha preso parola, gli
altri hanno ascoltato con rispetto e attenzione, e ci siamo
raccontati delle nostre esperienze e sensazioni, con una presenza e
naturalezza che è stata sorprendente, vista la quantità
di persone che ci stava guardando.
La sacralità di questo momento è
rimasta invariata, forse per il fatto che per noi era un atto ormai
così naturale, o per il suo continuo ripetersi e aver creato
una certa intesa che non si poteva più rompere.
Durante una condivisione finale dei
genitori è stato notato come ci fosse questa complicità
e armonia di fondo tra i bambini che non è facile da creare e
che aveva colpito piacevolmente.
Alla fine di questa prima esperienza la
maestra di campana ha fatto un altro suono, che poi ha ripetuto per
intervallare ogni attività, dando modo a tutti quanti di fare
bei respiri profondi, e prendersi il tempo per non correre tra una
cosa e l'altra.
La presentatrice ha potuto così
presentare il saluto e il kung fu con le spade. L'esecuzione è
stata come un balletto guidato, in cui tutti insieme ripetevamo a
ritmo gli stessi movimenti, prima singolarmente e poi a coppie,
mostrando doti di concentrazione, stabilità, agilità e
presenza.
Il gioco successivo era basato sulla
fiducia, di un cieco che si lascia guidare dal compagno, e che cerca
di riconoscere degli oggetti nella stanza. Oltre all'aspetto ludico,
che non è da sottovalutare, entravano in azione in questo
esercizio tutti i sensi e molte emozioni, quali ad esempio la
paura/coraggio, tristezza/gioia, fiducia/sfiducia.
Avevamo poi preparato una storia in
precedenza, scritta tutti insieme, dopo aver pescato delle carte
dello yoga, e il nostro narratore Francesco ce l'avrebbe riletta,
mentre Ginevra e Chiara avrebbero assunto le posizioni yoga, quando
la storia lo avesse richiesto.
E' stato divertente inscenare la
storia, dopo averla scritta e disegnata, facendola vedere anche
attraverso le posizioni yoga.
Alla fine abbiamo fatto una piccola
meditazione sul fiore e la montagna, e ci siamo rimessi in cerchio.
La nostra maestra di campana ha dato un suono per ricordarci la
postura, di respirare, calmare la mente, e poi ognuno di noi ha preso
in mano un fiore di carta, e abbiamo cominciato a dire le qualità
del fiore, per potercele ricordare e meditare su di esse; poi abbiamo
fatto la stessa cosa con la montagna.
La spontaneità dei bambini è
quel dono di quel fiore di cui a volte ci dimentichiamo e che
quest'esperienza ci ha ricordato di nutrire ogni giorno.
La stabilità della montagna è
quella pace che si può generare attraverso ogni respiro fatto
con presenza, e che esperienze consapevoli aiutano a diffondere.
Siamo stati grati di aver avuto
l'opportunità di fare questi piccoli passi con questi bambini.
Un ultimo momento molto bello è
stato il feedback con i genitori e gli amici, che sono stati colpiti
che dei bambini fossero in grado di essere così concentrati e
calmi, e che si sono accorti del motivo per cui tornavano a casa così
rilassati dopo la lezione.
Oppure è stato detto che solo a
guardare e ad essere nella stanza ci si sentiva più calmi e
sereni.
Un altro intervento è stato se
fosse possibile portare anche la figlia più piccola di 2 anni!
Una mamma si è meravigliata
piacevolmente di vedere come il suo bambino, solitamente molto
chiacchierone, riuscisse ad ascoltare e a non avere tutto questo
bisogno di parlare.
Un altro babbo ha detto che per lui era
una cosa nuova, comunque era felice di vedere come la figlia fosse
ben integrata e a suo agio.
Generalmente le condivisioni hanno
espresso apprezzamento per quello che è lo stato d'animo dei
bambini, la loro voglia di continuare a partecipare, il modo in cui
li vedono, e per il lavoro che stiamo svolgendo, e noi siamo felici e
grati.
Di seguito tre video della giornata: